Abbiamo fatto 4 chiacchiere con Matteo Sala, uno dei tanti talenti che spesso pubblicano la loro musica sulle tante interessanti label di Jaywork Music Group. “A parer mio dopo questi due anni a livello musicale… Sono a volte in difficoltà perché davvero non capisco cosa piace e cosa non”, spiega Matteo quando gli si chiede cosa funziona nei club. Molto più facile rispondere per lui quando gli si chiede della musica del suo cuore. “La mia musica passa dal sound melodico Trance Progressive, ovvero canzoni con pause emozionanti in cui voglio catturare l’anima dei miei ascoltatori, a brani di altri generi musicali. Non mi è mai piaciuto fossilizzarmi”.
Cosa è migliorato e cosa invece è rimasto uguale nei locali italiani dopo lo stop dovuto alla pandemia?
Vedo la gente più carica di prima con la stessa voglia di ballare e di divertirsi non vedo una grande differenza. Ci hanno messo in stand-by un paio d’anni, ma la gente è rimasta carica come prima…
Tra i dj pop star di oggi (ad esempio Calvin Harris, Diplo, David Guetta), chi resta un punto di riferimento?
Calvin Harris e David Guetta lo restano senz’altro. Sono assolutamente due dj che spaziano in molti generi musicali e non ne sbagliano una. Sono senz’altro due ottimi artisti.
Che direzione sonora ti sembra sia quella prevalente oggi?
C’è un certo ritorno, mi sembra, alla dance anni 90 italiana… è una cosa che avevo già previsto tanti anni fa, come del resto credo anche tanti altri miei colleghi.
E cosa si potrebbe riscoprire, invece?
Personalmente ho riscoperto delle bellissime sonorità vintage che ho utilizzato su un po’ di produzioni… Devo dire mi hanno dato un sacco di soddisfazioni.
Che momento vive la musica house? E la techno? E l’elettronica più sperimentale?
Credo sia un bellissimo momento perché vedo che la musica più underground sta prendendo piede, e certi dischetti un po’ banali che uscivano stanno invece calando…