Il dolore è ancora più dolore se tace. E così, per cucire le cicatrici dell’anima ed esorcizzare le paure che l’affliggono, Spiro – all’anagrafe Simone Giannattasio – sceglie l’unico antidoto che conosce, quello della musica.
Una genesi (un documentario biografico come prologo), dieci tracce e, dopo mille incompiute, un lavoro finalmente archiviato: nasce così “Forget” (volume 1. Il cuore), il primo album del rapper romagnolo, opera omnia di una carriera tormentata, sintesi di un percorso non solo musicale: “La mia paura più grande? Lasciare questo mondo senza aver fatto qualcosa che possa rimanere nel cuore di almeno un individuo. La mia peggior paura – ammette Spiro – è quella di non essere ricordato”.
Da qui l’esigenza di creare qualcosa di eterno, un lascito da tramandare ai posteri “per colmare il vuoto e smarcarsi dal nulla che, ogni giorno, impietosamente ci avvolge”.
Un album che parla al “lato B” della vita, che prende le distanze dalla routine e dall’omologazione, che si ribella alla normalità e flirta col dolore, quello sincero, che scava un fossato tra l’effimero e ciò che conta davvero: “C’è chi soffre e basta – prosegue Spiro – io invece penso che il dolore vada usato per qualcosa di più importante, di unico”.
L’album – prodotto da Majorizm (Massimiliano Giorgetti) – include anche produzioni di Marco Scaia e dell’artista milanese Chakra (all’anagrafe Luca Ferraresi).
Al suo interno tre brani già usciti (Cleopatra, Kintsugi ed Spdt) e sette pezzi inediti. In uno di questi (Senz’anima) c’è anche la voce di Bonnie, all’anagrafe Asia Bandini, mentre i Meglio di Enrico hanno dato il loro supporto strumentale al brano “Overdose”. Al progetto discografico hanno lavorato, per la parte grafica, anche Samuele Apperti e per il marketing Alessandro Cappelletti.
“Continuo a pensare che la musica sia arte non moda – spiega Spiro – di certo, la musica è da sempre la mia più fedele compagna di vita. C’era quando avevo bisogno di essere consolato, quando dovevo incorniciare la gioia di un momento, quando volevo cristallizzare un’emozione. Ad un certo punto, però, mi sono reso conto che mi stavo specchiando nella vita degli altri immedesimandomi in situazioni che, in fondo, non mi appartenevano. E’ a quel punto che ho deciso di diventare il protagonista della mia arte e mettere in musica quello che avevo dentro”.
“Non vi dirò che tutto è iniziato per gioco perché per me la musica non è mai stata un gioco. La musica per me è un bisogno fisiologico, una necessità ossessiva, un modo per dare forma e sostanza al mio dolore, al mio odio e alla mia rabbia. Negli ultimi tre mesi sono riuscito a canalizzare tutte queste emozioni in un unico progetto: il mio primo album. L’ho chiamato ‘Forget’ proprio per esorcizzare la paura dell’oblio dopo la morte. L’album, un mix di eleganza e pirateria, è un’altalena di emozioni che, tra l’astratto e il concreto, racchiude tutta l’oscurità della mia esistenza”.
Nelle dieci tracce – in uscita l’11 marzo – c’è speranza e abbandono, rivalsa e fallimento “una boccata d’aria fresca – spiega Spiro – ma anche il veleno che mi bevo ogni giorno. Forget è morte, vita e poi rinascita. Forget è un album per non farmi dimenticare. Mai”.