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Mausoleo del Vittoriale: un tributo all’eroe Enrico Morali

Cerimonia in onore di Enrico Morali 2

Cerimonia in onore del Tenente Colonnello Enrico Morali

A Gardone Riviera, il 28 settembre, il Mausoleo del Vittoriale degli Italiani ha accolto una cerimonia toccante e significativa dedicata al Tenente Colonnello Enrico Morali. Durante l’evento, l’urna cineraria di questo eroe bergamasco ha trovato posto all’interno della cripta, proprio sotto l’arcata che rende omaggio a Gabriele d’Annunzio, il celebre poeta e patriota. Questo gesto ha rappresentato un tributo profondo, non solo alla figura di Morali, ma anche alla sua immensa dedizione e ai sacrifici compiuti per la patria durante la Prima Guerra Mondiale.

La vita e le gesta eroiche di Enrico Morali

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Enrico Morali ha servito con onore nella storica Brigata Toscana, conosciuta anche come i “Lupi”. Durante tre anni di intenso conflitto, ha dimostrato grande coraggio in battaglie fondamentali come quelle del monte Melino, del monte Sabotino, di San Giovanni di Duino e di Col del Rosso di Asiago. In questi combattimenti, ha subito tre ferite gravi e ha ricevuto riconoscimenti significativi per il suo valore, tra cui un encomio, una medaglia di bronzo e due medaglie d’argento. A maggio del 1918, Morali ha preso il comando del 58° Reggimento Fanteria della Brigata Abruzzi, parte dell’Armata del Grappa, sotto la direzione del Generale Gaetano Giardino. Con il III Battaglione, ha condotto azioni audaci, conquistando posizioni strategiche e catturando oltre cento prigionieri nemici.

Un legame duraturo con Gabriele d’Annunzio

Dopo la guerra, il Capitano Enrico Morali ha offerto la sua esperienza come volontario all’impresa fiumana, dove ha ricevuto l’incarico di addetto all’ufficio di collegamento del Comandante Gabriele d’Annunzio, guadagnandosi così la fiducia e l’apprezzamento del poeta. I legami tra Morali e d’Annunzio sono rimasti forti nel tempo, come testimoniano le lettere scambiate nel corso degli anni. Durante la cerimonia di tumulazione, Morali ha trovato riposo accanto a Gabriele d’Annunzio, simbolo di un’amicizia profonda e di un destino condiviso.

La partecipazione delle autorità alla cerimonia

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La cerimonia ha visto la partecipazione di numerosi esponenti, tra cui i rappresentanti dell’Associazione Nazionale del Fante, il presidente Nazionale dei Lupi di Toscana e varie autorità civili e militari. Cesare Morali, figlio del Tenente Colonnello, ha espresso la sua profonda gratitudine a Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, per il generoso sostegno e l’approvazione della sepoltura nel Mausoleo. Inoltre, ha voluto ringraziare tutti i protagonisti che hanno contribuito alla riuscita della cerimonia, evidenziando l’importanza di questo momento commemorativo.

Il Presidente Nazionale dei Fanti, Gianni Stucchi, ha evocato il motto della fanteria “Per se fulget” (Di per sé splende), coniato dal fantasioso Gabriele d’Annunzio. Stucchi ha invitato i giovani presenti a riconoscere il valore dei sacrifici compiuti da chi ha lottato per la libertà della nazione. Luciano Dehò, Presidente provinciale di Bergamo, ha sottolineato con orgoglio le gesta eroiche dei Lupi di Toscana, di Enrico Morali e di suo fratello Vincenzo, caduto sul Monte San Michele nel 1916. Ha affermato che questo evento rappresenta una celebrazione della storia locale e nazionale.

L’eredità di coraggio di Enrico Morali

Marco Cimmino, uno storico presente, ha ricordato che anche gli eroi provano paura, ma ciò che li distingue è la loro capacità di affrontare le difficoltà con determinazione e coraggio. Enrico Morali incarna perfettamente questi valori; la sua vita, caratterizzata da dedizione e passione per la patria, rimane un esempio costante di come il coraggio possa plasmare la storia. La cerimonia si è conclusa con l’esecuzione del silenzio da parte di un trombettiere e con la benedizione impartita da Don Angelo Olivetti, Parroco di Gardone Riviera.

Questo momento non ha soltanto celebrato la vita di un grande eroe, ma ha anche invitato tutti i presenti a riflettere sull’importanza della memoria e sul senso di appartenenza a una storia collettiva che continua a vivere nell’identità nazionale. Gabriele d’Annunzio ha descritto Morali come “legionario di Fiume”, conferendo così dignità e prestigio alla figura del Capitano.

A cura di Mario Altomura
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