Li chiamano “effetti collaterali da Covid”. E i sintomi classici (raffreddore, tosse e febbre) non c’entrano nulla. Sono quei disturbi più subdoli e insidiosi per i quali non esiste una diagnosi conclamata ma che, nel tempo, possono generare conseguenze piuttosto serie.
Nei giorni scorsi, organizzato dalle aziende Demeral e Physia, si è tenuto il primo incontro di un ciclo formativo dedicato ai professionisti della cura del capello sull’aumento delle anomalie della cute al tempo del Covid. All’incontro ha preso parte anche Ilenia Benaglia, titolare della Bottega del Capello di viale Roma, l’unica parrucchiera olistica di Cesenatico.
Ilenia, il Covid può danneggiare seriamente anche i capelli?
“Purtroppo sì. Esistono disturbi direttamente connessi alle contro-indicazioni dei farmaci antipiretici, ma anche effetti nocivi legati alle situazioni di stress emotivo e agli stati ansiogeni che stiamo vivendo per colpa dell’emergenza pandemica”.
Quali sono le nuove problematiche che, rispetto al passato, si riscontrano in maniera più evidente nei capelli?
“In primis, un eccesso di iperidrosi, ossia una sudorazione anomala della cute. Le cause possono essere interne, dunque generate da nevrosi psicosomatiche, ma anche ambientali, alimentari o farmacologiche”.
E quali conseguenze provoca l’iperidrosi?
“I ristagni linfatici aumentano la temperatura nella zona alta del corpo e la sudorazione che ne scaturisce provoca squilibri cutanei. Ne soffre, in primis, la radice del capello interessata da un insolito rallentamento della crescita. Anche le donne se ne accorgono perché, come si dice in gergo, la piega ‘non tiene’ più’. E poi ci sono gli effetti sulla lunghezza, con il capello che diventa secco, rigido, fragile e molto più refrattario ai trattamenti”.
Quali sono i soggetti più colpiti?
“Essendo spesso disturbi psicosomatici riscontriamo questi effetti prevalentemente nelle persone più ansiose, ma l’aspetto da non sottovalutare è che la fascia più colpita è quella degli adolescenti. I giovani 14-18 dovrebbero avere una cute forte e in salute e invece, mai come in questo periodo, riscontriamo nelle ragazze delle criticità tricologiche mai evidenziate prima”.
Dunque, in poche parole, il cuoio capelluto si indebolisce…
“E’ così e voglio spiegarlo con una metafora: se il terreno – ovvero la cute – è fertile e in salute cresceranno alberi forti e rigogliosi; se invece il terreno è arido l’effetto sarà esattamente l’opposto”.
Qual è oggi la risposta delle scienze tricologhe alle problematiche legate al Covid?
“Esistono dei trattamenti molto efficaci che, attraverso l’utilizzo di oli essenziali, aiutano a ripristinare il regolare equilibrio del cuoio capelluto. In questo modo si arginano gli effetti nocivi dell’ansia da Covid e si mette in sicurezza la salute dei nostri capelli in un periodo particolarmente complicato sul piano sanitario ed emotivo”.
Altri accorgimenti?
“Per ottenere dei risultati più immediati e duraturi sarebbe opportuna anche un’adeguata attenzione sul fronte dell’alimentazione, dell’attività fisica e nell’approccio mentale perché, come sempre quando si parla di benessere, è lo stile di vita quello che fa la differenza”.