Mitch B. è un dj producer italiano specializzato in musica house, genere del quale ama proporre sia in studio che in console ogni sfaccettatura. Con uno stile unico ed originale che lo contraddistingue da sempre. O meglio, dal 1998, anno da cui fa questo mestiere. Originario di Ravenna, la sua estate 2023 sarà fitta di appuntamenti, discografici e nei locali. Mentre il mese di aprile 2023 è stato scandito da ben 3 tappe ad Ibiza, dove, tra gli altri, ha fatto ballare uno showcase all’It Lounge per Jango Records, etichetta che ha rappresentato e con la quale ha ormai un legame solido. Gli abbiamo fatto qualche domanda…
Che rapporto hai con la musica?
È il mio lavoro, dalla fine degli anni Novata. Sono dj e produttore. Collaboro con varie realtà, anche radiofoniche”.
Come definiresti la tua musica? E come la racconteresti?
“Prediligo principalmente il genere house, in tutte le sue sfaccettature. Adattabile quindi ad ogni tipo di situazione”.
Ci racconti com’è nata la tua più recente produzione?
“Si tratta di un rework de “La fabbrica di cioccolato”. Paggi & Costanzi da tempo volevamo collaborare con me. E io mi appoggio sempre a Martina Feeniks per le voci ed a Marcello Mazzoli per il basso e le chitarre. Tutto è successo in maniera molto naturale”.
A cosa stai lavorando in questo momento?
“Ad un inedito insieme ai MaTo Locos, e un altro rework con Marcello Mazzoli e Martina Feeniks, che uscirà su Jango Records”.
Chi sono gli artisti che ti hanno influenzato di più e perché?
“Adoro David Penn e Purple Disco Machine, pescano dal passato e adattano in chiave moderna”.
Che musica ascolteremo e balleremo nell’estate ’23?
“EDM e reggaeton sono in forte calo. Largo a tech house e melodic house, si sta allargando il giro afrohouse, ma sono sonorità più di nicchia e con bpm più bassi, se non si ha un superclub, non si ha lo stesso coinvolgimento”.
Come vedi la scena musicale italiana in questo periodo? I club, i festival, il pop, l’elettronica, la trap… Ci fai una panoramica?
“Credo che ogni genere sia legato ad una fascia di età. I più giovani apprezzano la musica trap, e infatti quegli eventi sono sempre sold out. I festival, se fatti bene, pure loro. Bisogna che i dj capiscano che non si può portare determinati generi in un club, perché manca il contesto, ed è questo che ha messo un po’ in cattiva luce il livello medio italiano”.
C’è qualche giovane artista italiano di talento non ancora così famoso che vuoi segnalarci?
“Raffa FL. È stato un case study anche all’IMS. In un anno ha avuto un’escalation professionale non indifferente, e sono certo che diventerà un big a breve, grazie alle sue produzioni ed alla sua musica”.
Qual è il futuro del music business secondo te?
“Molto incentrato su streaming e intelligenza artificiale. Radio in calo, superclub sempre al top, festival grossi che raddoppiano”.
Per finire, come vedi invece il tuo futuro nella musica?
“Mi sento in crescita. Ho chiuso accordi con importanti locali nazionali, ed altri a livello europeo. Tra cui uno che ha le ciliegie sulla porta… Tanti radioshow, e collaborazioni con artisti più famosi sono in arrivo. Sono fiducioso!”.